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LE NORMATIVE RIGUARDANTI L’ABBIGLIAMENTO DA LAVORO

Le normative riguardanti l’abbigliamento da lavoro sono da ricercare nella EN 340/95 che disciplina i requisiti generali dell’abbigliamento di 1^ categoria, ovvero ergonomia, sistema di misurazione delle taglie, invecchiamento, marcatura CE e tutte le informazioni che l’abbigliamento deve riportare.

I capi che devono garantire una protezione in ambiti lavorativi con maggiori rischi a carico dell’operatore rispondono a norma di 2^ e 3^ categoria.

Pertanto la norma sopra elencata viene completata da molte altre norme specifiche per i diversi settori: dalla EN 368 del 1993 per indumenti di protezione contro agenti chimici liquidi, dalla EN 531 del 1997 per indumenti di protezione contro il calore, dalla EN 342 per protezione isotermica, dalla EN 343 per i capi impermeabili.

La norma EN 471:94 tratta gli indumenti ad alta visibilità.
La norma EN 470-1:96 (parte I) disciplina invece i requisiti generali per gli indumenti di protezione per operazioni di saldatura e procedimenti connessi.

La norma EN 531:97 indica i requisiti da soddisfare per gli indumenti di protezione per lavoratori dell’industria esposti al calore (escluso Vigili del Fuoco e saldatori);

la norma EN 510 interessa i capi antimpigliamento; le norme EN 13034 e EN 1149 regolano i capi di protezione antiacido e antistatico.

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ABBIGLIAMENTO ANTINFORTUNISTICA, ABBIGLIAMENTO DA LAVORO

Possiamo considerare un Abito da lavoro innanzi tutto un abito che ci permette di svolgere al meglio una specifica attività lavorativa, certo, anche un abito a giacca è un abito da lavoro inteso come strumento che migliora e ottimizza una determinata prestazione in ambito professionale. Diciamo allora che, quando ad un abito da lavoro noi aggiungiamo specifiche ed identificate particolarità, proprietà di resistenza o addirittura di protezione ecco a questo punto che un abito da lavoro diventa un abito Antinfortunistica. Aggiungiamo a questo punto una cosa importante: dal 24 dicembre 1992 sono entrate in vigore le norme, tramite decreto legislativo 4 dicembre 1992, n. 475 della direttiva del Consiglio della Comunità Europea, relative ai dispositivi di protezione individuale (89/686/CEE). Ai sensi delle nuove disposizioni, i dispositivi di protezione individuale (DPI), parliamo quindi anche degli abiti da lavoro antinfortunistica, devono corrispondere ai requisiti contenuti nell’allegato II della direttiva ed essere quindi provvisti del marchio di conformità CE. A complicare le cose (o a migliorarle in base a come vogliamo vederla) bisogna considerare quindi, non solo un aspetto meramente funzionale, ma anche uno di tipo legale, l’abbigliamento di antinfortunistica deve necessariamente possedere specifiche caratteristiche e queste caratteristiche devono venir certificate.
La protezione sul lavoro non è più una scelta personale o del gruppo, ma un obbligo di legge per la quale se ne decreta l’utilizzo, abbigliamento ad alta visibilità quindi (giacche e panciotti catarifrangenti) rientrano anch’essi nella tipologia di abbigliamento antinfortunistica
La norma armonizzata UNI EN 340 “Abbigliamento di protezione – Requisiti generali” stabilisce quelle che sono le caratteristiche peculiari e distintive di ogni categoria di prodotto di protezione individuale. I “Requisiti Generali” relativi all’abbigliamento di protezione poste all’interno del contrassegno forniscono le specifiche indicazioni sul costruttore, taglia, manutenzione e caratteristiche di invecchiamento e limiti del capo.

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LE NORMATIVE DI SICUREZZA E L’ABBIGLIAMENTO DA LAVORO

Per prevenire incidenti infortuni, si adottano presidi di protezione e abiti, che proteggono i lavoratori nel rispetto della sicurezza sul lavoro. Dotare i dipendenti di abiti da lavoro adatti a mansioni specifiche è una condizione obbligatoria del datore di lavoro. Per limitare al minimo i rischi d’incidenti, a volte anche mortali, è opportuno che ogni azienda tuteli gli operai a norma di legge. I diversi tipi di abbigliamento sono catalogati in base al tipo d’incarico e, a secondo delle condizioni cui si è esposti, devono essere confezionati con tessuti più o meno particolari.

Chi opera vicino a fonti di calore deve essere dotato d’indumenti prodotti con tessuti ignifughi che, in caso d’incendio, ritardano la presa della fiamma prevenendo ustioni. L’acido è un elemento altamente corrosivo, le tute di protezione antiacido sono confezionate con tessuti in grado di contrastare questo processo garantendone l’integrità in caso di contatto accidentale.

Per chi lavora alla manutenzione delle strade, in aeroporto, su ambulanze o in luoghi dove è essenziale, essere individuati a colpo d’occhio è opportuno indossare capi in tessuto fluorescente o con bande rifrangenti applicate su giacca e pantaloni. Gli operai addetti alle catene di montaggio, dove esiste il rischio di impigliarsi nei macchinari di lavorazione automatica, devono indossare abbigliamento per lavoro che limitino all’estremo questa eventualità e che siano facilmente sfilabili nel momento del bisogno.

In ambienti in cui le scintille elettrostatiche compromettono la sicurezza personale, possono essere indossate particolari tute da lavoro che isolano il corpo da pericolose scosse. Ogni azienda ha l’obbligo di tutelare i propri collaboratori in modo da assicurare la propria integrità fisica, l’esatta osservazione delle norme in materia antinfortunistica è un obbligo cui nessuno si può sottrarre.

Dotare la forza lavoro dei giusti strumenti aiuta i lavoratori a svolgere le proprie mansioni al meglio.